Fermo, come nel racconto di Melville, Bartleby, del quale nulla sappiamo, se non che fu scrivano e che, assunto in uno studio, ad ogni richiesta di colleghi e superiori, rispondeva solo con un “Preferirei di no”, fino a smettere di fare alcunché, se non ricoprire una posizione, un piccolo luogo separato del posto di lavoro: una riduzione a punto, a un passo dallo scomparire. Ma forse l’angolo era pietra angolare perché il diniego provocò inizialmente sorpresa, poi sconcerto quindi sberleffo, infine eliminazione, come se quel punto quasi invisibile per gli altri fosse diventato l’intero mondo, l’unico focus del loro sguardo. Il vuoto creato da un NO, sembra non essere sopportabile per qualsiasi cosa che si strutturi come comunità.
Non so cosa visse Bartleby, cosa provò, lo voglio immaginare come l’appeso dei tarocchi, il numero 12, che dopo la prova della forza, si ritrova a testa in giù, appeso per un piede ad una corda, inerme eppure a suo agio. Se si volta la carta pare un ballerino in volo. Dalle tasche cadono danari, tutto ciò che nel cammino aveva accumulato e che ora è solo peso. Leggerezza ritrovata e i capelli potrebbero diventare radici di un giovane bosco.
di Chiara Landonio