L’occhio degli esseri umani è uno degli organi più straordinari che la natura attraverso l’evoluzione ci ha donato. Nessuno strumento ottico può paragonarsi alla complessa perfezione del nostro apparato visivo.
La parte più importante dell’occhio è la retina, dove sono distribuiti i fotorecettori preposti alla ricezione degli impulsi luminosi del mondo circostante e all’invio dei dati al cervello che li tradurrà in immagini. Negli esseri umani i fotorecettori sono di due tipi: coni e bastoncelli. I primi, posizionati nella fovea, la parte centrale della retina, sono preposti alla visione diurna: ci fanno discriminare i dettagli degli oggetti, i colori, le forme più complesse e raffinate. I bastoncelli, alla periferia della retina, sono preposti alla visione notturna: distinguono forme, seppur imprecise, anche con pochissima luce e soprattutto reagiscono immediatamente al movimento di cose intorno a noi. Quando si dice che qualcosa si vede “con la coda dell’occhio” si intende proprio questo.
Gli animali in genere hanno la retina strutturata in modo differente, ognuno con caratteristiche adeguate alla sopravvivenza della specie.
I rettili per esempio, animali antichissimi, sono pressoché privi di coni e in loro agiscono solo i bastoncelli, la visione periferica. Questo vuol dire che non distinguono i colori, le forme precise e possono reagire al mondo esterno solo se qualcosa intorno a loro si muove. Mettete un topo morto nella gabbia di un serpente e questo non lo vedrà neppure; un topo vivo non avrà scampo.
Ho imparato da ragazzo ad avvicinarmi alle lucertole, e persino a prenderle in mano, muovendomi lentamente e in linea retta rispetto all’asse del movimento: l’animale vedrà solo una forma indistinta ingrandirsi un po’ e non reagirà. Sulla Highway One dell’Outback australiano sono stato diversi minuti ad accarezzare questo bello e innocuo Drago Barbuto, Pogona Vitticeps, che prendeva il sole ai bordi della strada.
Ma tanti sono i rettili che possono essere letali per l’uomo: fra i più pericolosi i Coccodrilli, i Draghi di Komodo e i Serpenti velenosi di diverse specie.
Qualora ci si ritrovasse in tempi o situazioni particolari di pericolo, in cui ci si scoprisse circondati da questi o altri rettili meno conosciuti, bisogna rimanere calmi, non fare movimenti rapidi, restare fermi. Nessuna reazione inconsulta, nessuna azione dettata dall’emotività che creerebbe movimenti evidenti e facilmente percepibili. Bisogna invece avere il coraggio e il sangue freddo di stare fermi. In questo modo i rettili non si accorgeranno di noi, e si potrebbe lentamente andare verso di loro e ritrovarsi perfino ad accarezzarli sotto la gola. O a schiacciarli, eventualmente.
La natura insegna sempre e offre consolidate soluzioni.